
La città, la gente, la storia di Taranto, nasce come Tempio della POESIA, della parola, della retorica, patria dei grandi poeti Leonida e (Lucio Livio) Andronico, da Virgilio all’odi di gratitudine a Taranto, al fiume Galeso, da parte di Orazio Flacco “Quell’angolo di mondo più di ogni altro mi sorride…” e a Deliciae Tarentinae di Tommaso Nicolò D’aquino poeta “ambientalista” in cui la la Natura è un’entità idealizzata, divina. L’uomo come parte integrante. Dentro e fuori nella quale è immersa la “bella Taranto”. Virgilio, D’Aquino e tutti gli altri poeti, avevano anticipato e visto ciò che molti non hanno voluto vedere: la vera ricchezza di Taranto è la Natura, il Mare, il paesaggio tarantino, la storia, le narrazioni mitiche, leggendarie. Da questa urgenza di sentirsi NATURA, di ri-scoprire luoghi, di recuperare MEMORIE e riappropriarsi delle relazioni attraverso l’Arte, la Poetica, la Destinazione, diventa essenziale continuare a Meravigliarsi con la parola per mezzo della poesia. Quest’anno, edizione 2022, PRIMO FESTIVAL DI POESIA CIVILE E CONTEMPORANEA DEL MEDITERRANEO, ha come titolo “VII Cielo. Poetry & Experience Sense”, in onore del maestro Dante Alighieri, il quale ci ha insegnato a ritrovarci e rinascere. VII Cielo significa imparare a guardare tutto con occhi nuovi. Significa percorrere la scala dorata, ritornare in comunicazione con il cuore dell’umano e della natura e riniziare con una visione del tutto inedita e diversa. Attraverseremo con la poesia, le persone, memorie e luoghi per costruire la “comunità di destinazione universale”. Qui, la parola diventa ponte. Perché Mediterraneo?
MEDITERRANEO
Il Mediterraneo è una culla. Una culla che dondola navi, con braccia potenti chiamate onde.
Il Mediterraneo è un richiamo costante all’incontro; un incontro millenario, meticcio, fra popoli e menti.
Il Mediterraneo è una distesa di acqua salata che, scossa dai venti, porta con sé il sudore dei braccianti e delle
tabacchine che hanno popolato e sorretto, nonostante la fatica e il clima inclemente, con il loro lavoro e la
loro tenacia, la terra di Puglia.
Il Mediterraneo è la madre dell’uomo dal multiforme ingegno il nostro Odisseo, padre degli esploratori
e degli uomini e delle donne che sanno resistere a tutte le sirene, tranne ad una, quella dalla voce più
suadente: la signora Cultura.
Il Mediterraneo è incrocio: incrocio di navi, di culture, di comunioni antiche fra Greci e Romani, fra Siculi e
Arabi, fra Pugliesi e Normanni, fra Napoletani e Spagnoli.
Il Mediterraneo è casa. Una casa dai mille volti, delle mille voci, dai mille accenti, dalle mille forme di fare
poesia, tutte però con una matrice comune, che permette a questi volti, a queste voci e a questi accenti di
riconoscersi in una madre comune.
Andrea Marcolongo, esperta di cultura classica, scrive in La misura eroica. Il mito degli Argonauti e il
coraggio che spinge gli uomini ad amare:
“Il mare è una lingua che ci parla.”
E le sue parole sono la mappa da decifrare. Non ha fine, ma infiniti inizi che si chiamano orizzonti.
[…] ti porterà a compiere quel gesto arcaico proprio di ogni essere umano: varcare la soglia e fare un passo
oltre.
Anzi, dentro la tua vita.
Dentro di te.